Dritte per una Barcellona da gustare, tra ristoranti, taperie e piatti cult
Una tre giorni a Barcellona mi ha permesso di rispolverare la cucina tipica di questo popolo che adoro particolarmente.
La cosa più divertente, a volte però anche scoraggiante, è stata il non capire quasi niente di ciò che veniva proposto nel menù, che se scritto in spagnolo era come camminare di notte senza la luna e poche stelle, e se in inglese…Beh, direi idem, visto il mio english piuttosto arrugginito.
Ma facendomi spiegare qualche cosa dai locali, digitando su internet, ed aiutandomi con le immagini, alla fine anche questa volta sono riuscita a mangiare, giusto, giusto, due cosette. Si fa per dire, naturalmente…
Sono andata molto sul classico ed ho quasi sempre preferito taperia piuttosto ruspanti, eccetto due posti: uno totalmente da bocciare, di cui non vi parlerò, ed un altro, invece da promuovere a pieni voti.
Primo in classifica Bodega Vasconia, nel caratteristico – ormai uno dei pochi – quartiere gotico: il Barri Gotic. Se cercate un posto alla moda cambiate indirizzo, se invece volete un locale dove assaporare della buona cucina tradizionale e respirare aria spagnoleggiante, questo fa al caso vostro. Ci siamo sedute alla barra ed abbiamo fatto subito amicizia con il simpatico oste Luis, nonché proprietario, che ci ha aiutate nella scelta.
Da ordinare assolutamente, costi quel che costi, perchè altrimenti mi arrabbio, è il Robo de toro. Ebbene sì, perchè la coda non la fanno solo a Roma! Sì, avete capito bene, il robo è proprio la coda; una gustosa e succulente specie di coda alla vaccinara, ma di toro, cotta lungamente nel vino rosso Tempranillo e nelle cipolle, per un effetto dolce salato da far girare la testa. Squisiti ed invitanti i Pimientos de Padron, ovvero friggitelli fritti con il loro picciolo e poi cosparsi di sale grosso.
Le Patatas bravas, qui rigorosamente fatte con patate fresche e poi, come ricetta comanda, fritte, anche se deliziose sceglietele solo se con l’aglio avete un rapporto viscerale. Luis, infatti, come tradizione locale detta, ve le consegnerà cariche di salsa all’aglio e di salsa piccante, così che per diverse ore, forse anche giorni, non le dimenticherete. Per i vini affidatevi sempre a Luis. Niente di troppo speciale ma qualche calice buono saprà sicuramente versarvelo. La spesa è medio bassa e l’esperienza valida davvero.
Altro posticino, paragonabile ad una nostra trattoria tipica, sempre in zona quartiere gotico, è Nou Celler. Anche qui l’ambiente non è di quelli alla moda, anzi. A dire il vero è abbastanza cupo, ma vi garantisco che la cucina è di quella vera.
Croqueta de jamon, ovvero Crocchetta di prosciutto, saporita e fritta con maestria, Spinaci freschi ed invitanti saltati con uvetta, pinoli ed aglio (a Barcellona trovare un piatto di verdure è cosa rara, quindi consiglio vivamente questa portata soprattutto a chi è in astinenza da vegetali) e Pollo alla catalana da leccarsi i baffi, con vino bianco, prugne, pinoli ed uvetta, saranno in grado di rimettervi al mondo.
La carta dei vini, scritta su di una bottiglia, è piccola ma offre qualche cosa di interessante. Io ho optato per un bianco, un blend di chardonnay e moscato dell’azienda Particular. Un vino semplice ma che si fa voler bene. Anche qui lo scontrino è piuttosto moderato.
Ultima chicca è Sucursal Aceitera, un bel ristorante curato anche nell’arredamento, più alla moda, e frequentato da quasi solo locali, che si trova nel quartiere di Sant Antoni, una zona che per un soggiorno a Barcellona approvo a pieni voti, per la sua vicinanza dal centro, per la sua tranquillità e piacevolezza e per la capacità di saper offrire diversi bar e ristoranti interessanti e mai gabbie per turisti.
Qui ho voluto assaggiare l’Insalata russa, che si trova in ogni taperia di Barcellona. È differente da come la intendiamo noi e devo dire più gustosa. Fatta con patate, tonno, poca maionese e sottaceti, che gli donano freschezza, è un piatto che nella sua semplicità sa conquistare. Intriganti, anche se tagliati a macchina e troppo finemente, la coppa, il salame ed il chorizo piccante, tutto di razza iberica, e quindi a mio modesto avviso con una spanna in più rispetto ad un classico maiale, ma anche ad una cinta senese (lo so che ora in tanti mi odieranno…).
Specialità della casa è la Bomba Parlament, una sfera gigante fritta, con all’interno patate e prosciutto crudo, servita con salsa piccante. Delizioso e particolare il Cordero con berenjena, ovvero del cosciotto di agnello, tenerissimo, con melanzane affumicate e broccoli ed una salsa al vino densa e profumata che rende la scarpetta obbligatoria.
La carta dei vini non è affatto banale e lo staff abbastanza preparato per accompagnarvi nella scelta. Qualità prezzo dieci più.
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